venerdì 30 aprile 2010

DOVE CAVOLO AVETE NASCOSTO LA POESIA?

ho cercato
svegliandomi presto
tutta la poesia che ci voleva

ho cercato tra i fiori piu gialli
speravo di trovarla fra i tulipani

ho cercato tra i frutti piu rossi
ma non era neanche tra le fragole

l'ho cercata tra mille bambini
ormai piu cresciuti di me

ho guardato tra le lenzuola
dove uscivano i fili dei discorsi lasciati in sospeso

ho aperto le porte e le finestre
speravo che mi aiutasse la corrente

poi ho messo le mani nel taschino dei jeans
ricordandomi di avere detto un giorno
che lì avrei tenuto tutte le cose migliori.

mercoledì 24 febbraio 2010

OGGI HO PRESO IL SOLE



ahi.



OGGI HO PRESO IL SOLE CON DUE MANI



ahi. Ahi.


mercoledì 30 dicembre 2009

STIAMO COSI'

come di sera le puttane
non sanno mai
che cazzo le aspetta.

sabato 17 ottobre 2009

CI FACEVAMO LA FRANGIA LUNGA PER NON DOVERCI GUARDARE ATTORNO





e ci siamo ritrovati ai giorni nostri

così nostri che eravamo noi a mandare avanti gli orologi

tu la lancetta dei minuti

io quella delle ore

noi che vi davamo il tempo

di prendervi tutta la nostra povertà

e raccoglievamo la sfiducia del mondo nel progresso

per non fidarci dei progressi della nostra storia

proprio quando iniziavamo a sostenere perorazioni talmente convincenti

da riuscire a non mangiarci più le parole

neanche durante il sesso orale

poi sono state le parole a perdere noi

liberaci dall'inquietudine siamo stanche di urlare senza voce

tanto a noi bastava vivere di emozioni forti

annusando il profumo di plastica dei Mini Pony

e così abbiamo iniziato a fare i doppi giochi

che dopo un po' non riuscivamo a venderli neanche ai bambini

allora ci aggrappavamo alle tende di casa

lamentandoci del male di vivere

non ci interessano più neanche le cose improbabili

ancora non sappiamo quale sia lo stereotipo di uno stereotipo

qui dove siamo noi perfino i missili ci raggiungono a piedi

tra cinque anni dove andrò e tu chi sarai e chi saremo noi

qui a Venezia meno sono anonimi e più sono alcolisti

e se non fosse per i loro cuori leggeri

sembrerebbero tutte giornate pesanti

e noi comperiamo lo stesso l'amore all' Ikea per montarcelo da soli

e buttiamo le viti che avanzano

e quando i libri saranno caduti tutti ci domanderemo

che resta del serpente che ha mangiato se stesso?

E ci è caduta addosso pure la forza di gravità

mentre prenotavamo viaggi a basso costo per Londra

perchè avevamo già le ambizioni alle stelle

e piedi di piombo talmente a terra

che erano le speranze a doverci nutrire

e ci hanno nutriti così tanto

che per fortuna siamo riusciti almeno a rovinarci

vagabondi tra i vagabondi

vagavamo attraverso i giorni

come le puttane in un mondo senza marciapiedi.






giovedì 10 settembre 2009

VORREI SOLO SALVARE NOI E LA CAPRA E I CAVOLI SE ABBIAMO FAME


noi che siamo scrittori in crisi a Beverly Hills

e après nous le dèluge

che evitiamo i modi di dire per riuscire a non dire niente

che se dicessimo davvero tutto quello che ci passa per la testa

non pescheremo mai le persone migliori negli acquari dei mediocri

che comunque sia una volta pescate sarebbero morte

e a te che sarebbe dovuta passare per tutte le volte che hai cantato

mentre io ti passavo davanti

come Amarcord nei nostri occhi

di fronte al fiume e a un caminetto

e ancora i nostri occhi a perdersi nel Musèe d'Orsay

che dovremmo fotografarci prima di entrare

e poi all'uscita

per vedere che effetto ci fa l'arte

noi che abbiamo raggiunto a nuoto l'isola che non c'è

solo per vederla

e poi dire agli altri che non esiste

che se riuscissimo a credere che possa esserci davvero qualcosa di meglio

avremo cambiato tante paia di maniche

e invece ci ritroviamo tra tre anni vestiti uguali

con al collo l'età dell'oro

perchè le emozioni non si interrompono

ma la gente si ostina a non bussare alle porte

dandoci colpi talmente bassi

che tocca accucciarsi per riceverli

e io che chiedo solo di essere raccolta

come la ciliegia che cade senza sapere dove

magari per ottobre marcisco

senza neanche sapere come

io che la chimica l'ho sempre capita poco

ma che impazzivo per i colori delle tavole degli elementi

l'ora è fuggita anche sulla terra

la terra che è l'inferno dei diavoli stupidi

e chissà davvero come dovrebbe essere

l'ora

per essere decente

povera lei

e noi che possiamo vestire grunge perchè tanto siamo belli lo stesso

che ci vestiamo di nero per cancellare le virgole del passato

e non inciampare più

noi gli eclettici

che se non era per Cicerone non conoscevo neanche la parola

ma mi credevo tale senza potermelo permettere

che sono stata perfetta solo una sera

facendo quadrare il tuo cerchio

quello che adesso intersechiamo con una retta passante per P

perpendicolare alle nostre vite parallele

che ci siamo voluti distruggere come Cartagine

solo perchè a casa nostra mancava il sale.

venerdì 4 settembre 2009

CI SIAMO SCARICATI COME I PENNARELLI PIU' BELLI CHE FINIVANO SUBITO

nessuno ha mai sbagliato

siamo noi ad aver chiesto solamente gli errori peggiori

ci iscriviamo ai concorsi di colpa

per essere rassicurati quando avremo ragione

ma pure la luce è saltata negli angoli bui

e non sei più tu al centro della camera oscura

sopravvivi in periferia

come gli zingari nelle roulotte senza corrente

e perdere lo sguardo dalle tasche

in cerca di un orizzonte anche più corto

che oggi ci bruciano gli occhi coi fiammiferi

poi alzarlo in piedi e trovarsi a contemplare l'infinito

ma noi abbiamo già svuotato le teste e imbottito i cuori

e li abbiamo imbottiti talmente tanto

che resisteranno sempre meno

e cercheremo di risolverli così i tuoi paradossi

che nelle teste vuote c'è molto più spazio per muoversi

e costruire pontili nell'acqua per collegare le menti di sabbia

odiarci da vicino per poterci ammazzare meglio quando avremo bisogno

e appendere finestre aperte alle tue pareti

che quest'estate noi non andiamo in vacanza

agosto è il mese più freddo dell'anno

il ghiaccio si posa e ricopre le cose

e sopravviverò solo io attraversando le Alpi

per cercare di conquistarti e poi morire di malaria

senza esserci guardati ancora un po' negli occhi

che per morire di cecità abbiamo bisogno di più tempo

e preferiamo le parole di domani

che non sappiamo neanche ora quello che diciamo

domani esco pure col martello

per scacciarti caro chiodo

presterò attenzione a chi si ricorderà di restituirla

e cercherò di scaricarmi come la penna di un poeta

così poi funzioniamo allo stesso modo.