giovedì 10 settembre 2009

VORREI SOLO SALVARE NOI E LA CAPRA E I CAVOLI SE ABBIAMO FAME


noi che siamo scrittori in crisi a Beverly Hills

e après nous le dèluge

che evitiamo i modi di dire per riuscire a non dire niente

che se dicessimo davvero tutto quello che ci passa per la testa

non pescheremo mai le persone migliori negli acquari dei mediocri

che comunque sia una volta pescate sarebbero morte

e a te che sarebbe dovuta passare per tutte le volte che hai cantato

mentre io ti passavo davanti

come Amarcord nei nostri occhi

di fronte al fiume e a un caminetto

e ancora i nostri occhi a perdersi nel Musèe d'Orsay

che dovremmo fotografarci prima di entrare

e poi all'uscita

per vedere che effetto ci fa l'arte

noi che abbiamo raggiunto a nuoto l'isola che non c'è

solo per vederla

e poi dire agli altri che non esiste

che se riuscissimo a credere che possa esserci davvero qualcosa di meglio

avremo cambiato tante paia di maniche

e invece ci ritroviamo tra tre anni vestiti uguali

con al collo l'età dell'oro

perchè le emozioni non si interrompono

ma la gente si ostina a non bussare alle porte

dandoci colpi talmente bassi

che tocca accucciarsi per riceverli

e io che chiedo solo di essere raccolta

come la ciliegia che cade senza sapere dove

magari per ottobre marcisco

senza neanche sapere come

io che la chimica l'ho sempre capita poco

ma che impazzivo per i colori delle tavole degli elementi

l'ora è fuggita anche sulla terra

la terra che è l'inferno dei diavoli stupidi

e chissà davvero come dovrebbe essere

l'ora

per essere decente

povera lei

e noi che possiamo vestire grunge perchè tanto siamo belli lo stesso

che ci vestiamo di nero per cancellare le virgole del passato

e non inciampare più

noi gli eclettici

che se non era per Cicerone non conoscevo neanche la parola

ma mi credevo tale senza potermelo permettere

che sono stata perfetta solo una sera

facendo quadrare il tuo cerchio

quello che adesso intersechiamo con una retta passante per P

perpendicolare alle nostre vite parallele

che ci siamo voluti distruggere come Cartagine

solo perchè a casa nostra mancava il sale.

venerdì 4 settembre 2009

CI SIAMO SCARICATI COME I PENNARELLI PIU' BELLI CHE FINIVANO SUBITO

nessuno ha mai sbagliato

siamo noi ad aver chiesto solamente gli errori peggiori

ci iscriviamo ai concorsi di colpa

per essere rassicurati quando avremo ragione

ma pure la luce è saltata negli angoli bui

e non sei più tu al centro della camera oscura

sopravvivi in periferia

come gli zingari nelle roulotte senza corrente

e perdere lo sguardo dalle tasche

in cerca di un orizzonte anche più corto

che oggi ci bruciano gli occhi coi fiammiferi

poi alzarlo in piedi e trovarsi a contemplare l'infinito

ma noi abbiamo già svuotato le teste e imbottito i cuori

e li abbiamo imbottiti talmente tanto

che resisteranno sempre meno

e cercheremo di risolverli così i tuoi paradossi

che nelle teste vuote c'è molto più spazio per muoversi

e costruire pontili nell'acqua per collegare le menti di sabbia

odiarci da vicino per poterci ammazzare meglio quando avremo bisogno

e appendere finestre aperte alle tue pareti

che quest'estate noi non andiamo in vacanza

agosto è il mese più freddo dell'anno

il ghiaccio si posa e ricopre le cose

e sopravviverò solo io attraversando le Alpi

per cercare di conquistarti e poi morire di malaria

senza esserci guardati ancora un po' negli occhi

che per morire di cecità abbiamo bisogno di più tempo

e preferiamo le parole di domani

che non sappiamo neanche ora quello che diciamo

domani esco pure col martello

per scacciarti caro chiodo

presterò attenzione a chi si ricorderà di restituirla

e cercherò di scaricarmi come la penna di un poeta

così poi funzioniamo allo stesso modo.